Un professionista, titolare dello Studio, colloca nel bagno riservato alle donne una penna nella quale era nascosta una micro-telecamera con la quale era possibile sbirciare le sue dipendenti all’interno della toilette.

Ma qualcuna se ne accorge e presenta querela nei confronti del datore di lavoro.

La Corte di Cassazione, nel confermare la sentenza della Corte di Appello di Messina, ritiene il titolare dello Studio colpevole del reato di interferenze illecite nella vita privata di cui all’art. 615 bis c.p. (Corte di Cassazione, sentenza n. 22695 del 3 marzo 2017).